Saturday, June 07, 2014

Maledetta ultima campanella



Non ero pronto. Ed è successo tutto così in fretta: l'ultimo giorno di scuola.
Dopo una notte semi insonne, il volo stamattina presto da Palermo ad Ancona e la corsa in auto fino a Macerata mi sono presentato a scuola psicologicamente non preparato, la testa ancora persa nei meandri delle ultime giornate di lezione in Sicilia.
Liceo: un sole che spacca le pietre, studenti in subbuglio, gavettoni d'acqua, urla e l'anarchia come unica forma d'ordine possibile. Come hanno giustamente scritto gli alunni oggi nel cortile "La squola è meglio cuando non cè". Saluto i colleghi, passo in aula professori per cercare di capire quali siano gli ultimi obblighi burocratici prima degli scrutini, i voti, le assenze, le pagelle di fine anno...
Esco in cortile dove i miei alunni hanno lezione con degli studenti cinesi dell'Università di Macerata. Io sono abbagliato dal sole, perso a fissare questi giovanissimi correre, ridere e scherzare un po' come "noi" una quindicina d'anni fa. Da fuori la scuola arrivano delle uova lanciate da chissà quale teppistello, una mi centra la spalla e mi innaffia di melma gialla maleodorante la maglietta rossa e i jeans chiari. Alle mie alunne va meglio. Non reagisco, non so cosa fare, non me l'aspettavo: una collega mi passa una salvietta umida per pulirmi. Dovrei dare in escandescenza? Ridere? Sdrammatizzare? Rincorrere il teppistello? In una frazione di secondo mi torna alla mente chiarissimo il mio ultimo giorno di scuola, anno 2000, quinta superiore, il terrore nelle aule, le scene di panico che a ripensarci ora mi viene solo tanta vergogna e un po' da ridere. Davvero potrei io incazzarmi per un uovo sulla maglia? Potrei io permettermi di punire l'autore del gesto? Tiro dritto verso il bagno (mai capito dove sia quello dei docenti e perché esista un bagno dei docenti e uno degli studenti!), dove alcune ragazze sono intente a riempire bottiglie d'acqua per i gavettoni; devo far davvero pena, forse schifo, sicuramente sono ridicolo tutto zuppo di uova, le ragazze trattengono il sorriso e se ne vanno. Mi guardo allo specchio: non c'è acqua o sapone che tenga, devo trovare altri vestiti. Per fortuna rimedio una maglietta e dei jeans puliti. Torno in cortile, ci sono ancora i miei alunni e i ragazzi cinesi, volano gavettoni d'acqua, si corre, si scherza, si urla, i prof giocano a palla con gli studenti... Nel marasma generale le bidelle cercano di chiudere tutti i bagni a chiave e fermare in qualche modo l'emorragia di acqua. Gli alunni, per tutta risposta, si procurano acqua fuori la scuola. Successe così anche quando ero studente io: il preside dette ordine di staccare l'interruttore generale di acqua. E partirono i gavettoni di CocaCola e di altre schifezze liquide contenute nei distributori. Tutto porta, tutto come prima, tutto come quando io ero dall'altra parte della cattedra. Scattiamo le foto di fine anno, gli ultimi saluti ed abbracci, il conto alla rovescia, il suono della campanella e il caos totale. Io puzzo tantissimo di uova e mi guardo attorno, guardo questi ragazzini così pieni di vita e di voglia, gironzolo spaesato con un solo grande rimorso: no, non mi ero preparato. Maledetta ultima campanella.

p.s. Ciao ragazzi/e, mi raccomando sempre in gamba! Grazie per avermi sopportato per un intero anno, passate una buona estate e tornate più carichi di prima!

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